Si conoscono più di 100.000 libri di alchimia. Quest'enorme mole di dati non è mai stata esplorata con spirito scientifico e critico. Il pensiero regnante (cattolico prima, razionalista poi) ha mantenuto una congiura del silenzio e del disprezzo attorno a questi elementi. Centomila manoscritti contengono forse alcuni dei segreti dell'energia e della materia. Mai un gruppo di specialisti in crittografia, di storici, di linguisti, di scienziati, di fisici, chimici, matematici, biologi è stato riunito in una biblioteca di alchimia completa con l'incarico di esaminare che cosa ci sia di vero e utilizzabile nei vecchi trattati. Ecco una cosa inconcepibile. Che tali chiusure mentali siano possibili e durevoli, che società umane civilissime e, secondo le apparenze, senza pregiudizi di nessun genere come la nostra, possano dimenticare in soffitta centomila libri e manoscritti che portano l'etichetta "Tesoro".
Gli alchimisti parlano della necessità di distillare mille e mille volte l'acqua che servirà per preparare l'elisir. Noi abbiamo sentito dire uno specialista di storia che quell'operazione era pazzesca. Egli ignorava tutto dell'acqua pesante e sui metodi che si utilizzano per arricchire l'acqua semplice in acqua pesante. Abbiamo sentito un erudito affermare che poiché il raffinamento e la purificazione indefinitivamente ripetuti di un metallo o di un metalloide non ne mutava affatto le proprietà, bisognava riconsiderare le raccomandazioni dell'alchimia come un mistico esercizio di pazienza per apprendisti, un gesto rituale come quello di sgranare il rosario. Tuttavia è proprio con un tale raffinamento per mezzo di una tecnica descritta dagli alchimisti e che oggi si chiama "fusione di zona", che si preparano il germanio e il silicio puri dei transistor. Noi sappiamo ora, grazie a questi studi sui transistor, che, purificando a fondo un metallo e introducendo per pochi milionesimi di grammo di impurità accuratamente scelte, si conferiscono al corpo così trattato proprietà nuove e rivoluzionarie. Non vogliamo moltiplicare gli esempi, ma vorremmo far capire fino a che punto sarebbe desiderabile un esame metodico della letteratura alchimistica.
"Studiando un po' i testi di alchimia", scrivono Berger e Pawels nella loro opera "Il mattino dei maghi", "abbiamo constatato che generalmente essi sono moderni rispetto all'epoca in cui furono scritti, mentre le altre opere di occultismo sono in ritardo. D'altra parte l'alchimia è la sola pratica parareligiosa che abbia arricchito la nostra conoscenza del reale."
Alberto Magno nel XIII secolo riuscì a preparare la potassa caustica, Raimondo Lullo riuscì a preparare il bicarbonato di potassio, Paracelso fu il primo a descrivere lo zinco e introdusse nella medicina l'uso dei composti chimici, Della Porta fu padre dell'ossido di stagno. Ne potremmo citare molti altri. Ne citiamo uno. Il padre Castel, nel 1728, nel momento in cui le idee sulla gravitazione cominciano a diffondersi, parla di essa e dei suoi rapporti con la luce in termini che, due secoli più tardi, faranno stranamente eco al pensiero di Einstein: "Ho detto che se si abolisse la gravità nel mondo, si abolirebbe allo stesso tempo la luce. Del resto la luce e il suono, e tutte le altre qualità sensibili sono una conseguenza e come un risultato della meccanica e di conseguenza della gravità dei corpi naturali che sono più o meno luminosi o sonori secondo che hanno più gravità ed elasticità."
Nei trattati di alchimia del nostro secolo, si vedono apparire di frequente, prima che nelle opere universitarie, le scoperte della fisica nucleare, ed è probabile che i trattati di domani menzioneranno le teorie fisiche e matematiche più astratte che esistano. E' netta la distinzione tra l'alchimia e le false scienze, come la radiestesia che introduce nelle proprie pubblicazioni onde o raggi dopo che la scienza ufficiale li ha scoperti. Tutto potrebbe indurci a pensare che l'alchimia è suscettibile di portare un contributo importante alle conoscenze e alle tecniche del futuro basate sulla struttura della materia.
Infine, c'è da rimare colpiti dall'aspetto di crittogramma della letteratura alchimistica. Blaise Vigenère inventò i codici più perfezionati e i metodi più ingegnosi di linguaggio cifrato. Le sue invenzioni in materia sono utilizzate anche oggi. E' probabile che Vigenère sia venuto a contatto con la scienza del linguaggio cifrato tentando di interpretare i testi di alchimia. Newton credeva all'esistenza di una catena di iniziati che si estendeva nel tempo fino a una remota antichità (è questa anche la tesi del testo "La chiave di Hiram" di Henry Lincoln, Michael Baigent e Richard Leigh): essi avrebbero conosciuto i segreti della trasmutazione e della disintegrazione della materia. Bella forza, il caro Newton! Lui ne faceva parte!
Lo scienziato atomico inglese Da Costa Andrade, in un discorso pronunziato davanti ai suoi colleghi in occasione del terzo centenario di Newton a Cambridge, non ha esitato a lasciar intendere che l'inventore della teoria della gravitazione apparteneva a quella catena e non aveva rivelato al mondo che una piccola parte del suo sapere: "io non posso - egli disse - sperare di convincere gli scettici che Newton aveva poteri di profezia o di visione speciale che gli avrebbero rivelato l'energia atomica, ma dirò soltanto che le frasi che sto per citarvi oltrepassano molto, nel pensiero di Newton che parlano della trasmutazione alchimistica, la preoccupazione di uno sconvolgimento del commercio mondiale come conseguenza della sintesi dell'oro."
Ecco che cosa Newton scrive: "Il modo in cui il mercurio può essere impregnato è stato tenuto segreto da coloro che sapevano e costituisce probabilmente una porta verso qualcosa di più nobile (della fabbricazione dell'oro) che non può essere comunicato senza che il mondo corra un immenso pericolo, se gli scritti di Ermes dicono la verità."
E più avanti Newton scrive: "Esistono altri grandi misteri oltre alla trasmutazione dei metalli, se non è una vanteria dei grandi maestri. Essi soli conoscono quei segreti."
Da quale passato verrebbero questi grandi Maestri cui allude Newton, e in quale passato essi avrebbero attinto la loro scienza?
Nei trattati di alchimia del nostro secolo, si vedono apparire di frequente, prima che nelle opere universitarie, le scoperte della fisica nucleare, ed è probabile che i trattati di domani menzioneranno le teorie fisiche e matematiche più astratte che esistano. E' netta la distinzione tra l'alchimia e le false scienze, come la radiestesia che introduce nelle proprie pubblicazioni onde o raggi dopo che la scienza ufficiale li ha scoperti. Tutto potrebbe indurci a pensare che l'alchimia è suscettibile di portare un contributo importante alle conoscenze e alle tecniche del futuro basate sulla struttura della materia.
Infine, c'è da rimare colpiti dall'aspetto di crittogramma della letteratura alchimistica. Blaise Vigenère inventò i codici più perfezionati e i metodi più ingegnosi di linguaggio cifrato. Le sue invenzioni in materia sono utilizzate anche oggi. E' probabile che Vigenère sia venuto a contatto con la scienza del linguaggio cifrato tentando di interpretare i testi di alchimia. Newton credeva all'esistenza di una catena di iniziati che si estendeva nel tempo fino a una remota antichità (è questa anche la tesi del testo "La chiave di Hiram" di Henry Lincoln, Michael Baigent e Richard Leigh): essi avrebbero conosciuto i segreti della trasmutazione e della disintegrazione della materia. Bella forza, il caro Newton! Lui ne faceva parte!
Lo scienziato atomico inglese Da Costa Andrade, in un discorso pronunziato davanti ai suoi colleghi in occasione del terzo centenario di Newton a Cambridge, non ha esitato a lasciar intendere che l'inventore della teoria della gravitazione apparteneva a quella catena e non aveva rivelato al mondo che una piccola parte del suo sapere: "io non posso - egli disse - sperare di convincere gli scettici che Newton aveva poteri di profezia o di visione speciale che gli avrebbero rivelato l'energia atomica, ma dirò soltanto che le frasi che sto per citarvi oltrepassano molto, nel pensiero di Newton che parlano della trasmutazione alchimistica, la preoccupazione di uno sconvolgimento del commercio mondiale come conseguenza della sintesi dell'oro."
Ecco che cosa Newton scrive: "Il modo in cui il mercurio può essere impregnato è stato tenuto segreto da coloro che sapevano e costituisce probabilmente una porta verso qualcosa di più nobile (della fabbricazione dell'oro) che non può essere comunicato senza che il mondo corra un immenso pericolo, se gli scritti di Ermes dicono la verità."
E più avanti Newton scrive: "Esistono altri grandi misteri oltre alla trasmutazione dei metalli, se non è una vanteria dei grandi maestri. Essi soli conoscono quei segreti."
Da quale passato verrebbero questi grandi Maestri cui allude Newton, e in quale passato essi avrebbero attinto la loro scienza?
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