giovedì 15 agosto 2013

Altri miti sumeri tradotti da un ricercatore indipendente

Segnaliamo altri scritti sumeri tradotti da uno studioso italiano non seguace delle teorie di Sitchin e quindi non accusabile di piegare le traduzioni ai suoi scopi e alle teorie personali. 
Questi due brevi frammenti ci sembrano significativi: il primo perché, come fa notare lo stesso traduttore (anonimo, ahinoi, che ha messo a disposizione i frutti dell suo lavoro su Scribd), sembra descrivere qualche congegno tecnologico.
Il secondo invece ci pare importante perché narra la storia della dea Ninurta che ordina a re Gudea  la costruzione   del   tempio, là dove gli dei Nidaba e Ningishzida "impongono" di orientare il tempio secondo la levata eliaca e l’ allineamento di determinate stelle. E' importante perché ci si è spesso chiesti anzitutto se le antiche civiltà orientassero di proposito le costruzioni megalitiche secondo principi astronomici; in secondo luogo ci si è chiesti il motivo per cui lo facessero. Be', pare su mandato di questi misteriosi "dei"...
Vale la pena sottolineare che il lunghissimo scritto di Re Gudea, del quale abbiamo già parlato, è considerato un capolavoro di valore inestimabile nella letteratura sumeroaccadica. Vi si narra la storia della costruzione del tempio chiamato ENINNU (casa del 50) e del GIRSU (un recinto sacro) per il dio   Ninurta,   chiamato   nel   mito   D.NIN.GIR.SU   (il   dio   del   Girsu). Al che uno si domanda: cosa significa, ad esempio, "casa del 50"? Di preciso non sappiamo dirlo. E' interessante far notare che lo stesso numero si trova anche nella Kabbalah a BYNâH (termine che indica l'intelligenza, ma anche l'edificazione dell'anima...) è attribuito il valore di 50,  il quale coincide con il risultato della somma dei quadrati dei lati del triangolo rettangolo  (di proporzioni  3  /  4  /  5)   su  cui  si  basa  la  Master's  square:  è  pertanto all'Intelligenza  che  si rapportano  -  come  dimostrano  tutte  queste,  sottese  relazioni  -  sia  la Square,   sia   l'Arch   Masonry,   trovando   in   essa   attinenza   qualsiasi   opera   costruttiva   a qualsivoglia livello ontologico la s'intenda intraprendere. Quest'ultima frase è una citazione di un pezzo di Bruno d'Ausser Berrau, che immaginiamo rimarrà oscura per i moltissimi che non hanno nozioni di Kabbalah o Sephirot, e che tuttavia riusciranno a cogliere il fatto che quando si parla di mistica antica, di antichi popoli, di tradizioni religiose, si finisce sempre con il constatare come tutto si intreccia, si collega, corrisponde.


L'INNO DEI TEMPLI
Luogo innalzato in antichi tempi,
dalla camera silente, da una radura proietti (dirigi) il rossastro,
innalzi le tue meravigliose vie che nessuno può scorgere (capire).
Gishbanda, da dove ti erigi in una maglia che connette (controlla),
dalla quale fuoriesce e ritorna magnificente
nel tuo cuore la luce del giorno (del sole);
il tuo principe ha le mani pure e splendide come (verso) il cielo,
i capelli fluenti sopra la schiena, il signore Ningishzida.
Gishbanda di Ningishzida,
casa che giace in cima a una piatta pedana.
La casa di Ningishzida a Gishbanda.

IL SOGNO DI RE GUDEA
Nel mezzo del sogno ci fu una persona enorme come il cielo,
enorme come la terra,
la sua testa era come quella degli dei,
le sue ali erano quelle del’ uccello Anzu,
la sua parte inferiore era come un diluvio,
ai suoi lati c’ erano leoni accucciati,
mi ordinò di costruire la sua casa
ma io non capivo,
e il sole sorse.
Una donna poi apparve: chi era?
Sulla testa aveva dei covoni (?),
teneva in mano uno stilo di metallo prezioso,
e una tavola con incise stelle benigne
e la consultava.
Per secondo apparve un eroe,
con un braccio piegato e una tavola di lapis lazuli in mano 
nella quale disegnava il tempio.
Vedevo un canestro da lavoro splendente,
e un mattone splendente (?),
su cui era inciso il destino per me.
Vicino a me stava un albero Ildag (splendente)
ove un uccello Tigid annunciava l’ aurora.
Al suo fianco un piccolo asino scavava per terra (?)
Sua madre Nanshe rispose al sovrano:
“Pastore, lascia che ti spieghi il sogno:
la figura enorme come il cielo e la terra,
la cui testa era come quella degli dei,
le cui ali erano come l’ uccello Anzu e il cui corpo era un diluvio,
al cui lati stavano leoni accucciati,
era di sicuro mio fratello Ningirsu
e ti ordinava di costruire la sua casa: l’ Eninnu!
Il sole che sorgeva davanti a te,
era il tuo dio personale Ningishzida che ti mostrerà il sole.
La donna con i covoni sulla testa (?)
che teneva in mano lo stilo di metallo prezioso
e la tavola con le stelle benigne
e la consultava,
era mia sorella Nisaba,
le stelle di auspicio per il tempio (*1)
ti rivelava.
La seconda figura, l’ eroe, il cui braccio era piegato,
la cui mano teneva una tavola di lapis lazuli,
era Nindub che incideva il progetto del tempio.”

(*1) le stelle ‘favorevoli’ ai templi erano per i sumeri le stelle da utilizzare per l’ orientamento del tempio stesso. Le indicazioni del sogno indicano   quindi   che   il   tempio   doveva   essere   orientato   per   mirare alle stelle mostrate da Nisaba, ma contemporaneamente allineato verso la levata eliaca, rappresentata da Ningishzida.

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